A 31 anni, generalmente, molte persone tirano un piccolo bilancio della loro vita, valutano quello che sono riuscite a fare e diventare. Soprattutto, analizzano i loro progetti futuri a breve e lungo termine. Così ho fatto anch’io, pensando più al domani che a vivere il presente. Nel 2012 però la vita mi ha messo a dura prova: ho avuto un cancro alla lingua. E’ stata una sorpresa che mi ha inchiodata al presente, ha cancellato il mio futuro. Mi sono sentita persa, frastornata, lanciata a tutta velocità contro un muro, senza sapere se fossi stata sufficientemente fortunata e forte da poter risalire dal fondo dell’abisso di prostrazione in cui ero stata sommersa. Inaspettatamente, ho trovato, nascosta chissà dove, una forza che non pensavo di avere e mi sono buttata a capofitto, e trattenendo il respiro, in quelle acque nuove, limacciose e oscure.
In quella lunga apnea, ho avuto la fortuna di essere stata seguita dalla straordinaria équipe cervico-facciale dello IEO che mi ha accolta, ascoltata, supportata e, infine, sottoposta a un intervento chirurgico molto complesso e mutilante che mi ha cambiato la vita. Grazie all’ aiuto di questi medici competenti, e soprattutto “umani”, mi sono sempre sentita coccolata, spronata, apprezzata come persona, e non considerata solo come un caso clinico. Questo è stato un elemento decisivo che ha contribuito alla mia rinascita perché la peggior umiliazione per un malato è quella di sentirsi come una “cosa” sballottata e rigirata di qua e di là, privata della propria umanità. Allo IEO è stato completamente diverso: si sono occupati di me, valutandomi a 360 gradi. Infatti, la malattia, la paura di non farcela, le forti emozioni e il dolore che mi hanno investito in quel periodo erano solo una parte delle difficoltà che avrei dovuto ancora affrontare giorno dopo giorno.
Sono stata costretta a imparare nuovamente a mangiare e a parlare; non mi ricordo più quanti sono stati i pianti di dolore e i momenti di frustrazione, ma anche le occasioni di soddisfazione per le conquiste raggiunte. Un susseguirsi di gioie e sofferenze trascorse sempre in compagnia delle mie cagnoline Nutella e Skin. Ed è stato proprio in quei periodi così difficili che ho ulteriormente sperimentato il valore della relazione e del contatto con lore e del conforto che mi davano. Per anni ho lavorato in interventi assistiti con gli animali IAA (conosciuti come “pet therapy”); ora mi sono trovata io dalla parte dell’utente. E’ anche grazie a Nutella e Skin che ho scovato la forza di andare avanti e di tornare a lavorare attivamente e più motivata negli IAA con l’obiettivo di introdurre la pet therapy in ospedale per aiutare le persone che soffrono come ho sofferto io. Il mio desiderio si è avverato. Ho partecipato a progetti di IAA con pazienti oncologici ospiti di Casa Amica e sono persino entrata con il cane nelle stanze del reparto di pediatria per ben tre anni, prima del blocco delle visite a causa del Covid.
La riabilitazione è stata dura e complicati soprattutto a seguito degli effetti della radioterapia, ma sono andata avanti vivendo giorno per giorno, godendomi ogni piccola vittoria e facendomi scivolare di dosso il dolore e le delusioni. Dal punto di vista fisico e mentale, ho avuto davvero bisogno di un supporto quotidiano perché il mio corpo era cambiato e io dovevo accettare questa nuova condizione e lavorare per migliorare e recuperare le funzionalità perse anche se non tutto sarebbe tornato come prima.
Mi hanno aiutata in questo percorso specialisti di tutti i generi: fisioterapisti, osteopati, logopedisti, nutrizionisti, psicologi. Questi esperti sono stati fondamentali ma la fiamma della rinascita l’ho dovuta cercare e trovare dentro di me. Nella quotidianità tutto è cambiato, dalla capacità di scegliere gli alimenti -abbinandoli anche fra loro – alla difficoltà di mangiare al ristorante. Grazie alla mia caparbietà, sono riuscita a trovare il giusto equilibrio e a non rinunciare a nulla. Ho continuato a viaggiare; anzi, ho scoperto posti nuovi e lontani, ho vissuto intensamente pur con alcune limitazioni che, però, non sono nulla se paragonate a tutto quello che nella vita potrò ancora fare e sperimentare. Per questo sono stata veramente felice ed entusiasta della proposta ricevuta di partecipare al progetto dell’associazione “Le perle di Lunia” così da poter trasmettere questa mia fiamma ad altri e poter fornire consigli efficaci alle persone che stanno vivendo un’esperienza come la mia. Ogni percorso di dolore e di guarigione è personale ma tutti coloro che hanno subìto un intervento alla lingua hanno in comune gli stessi problemi e le medesime necessità. Il supporto di chi ha già vissuto prima questo calvario può essere d’aiuto. Io ci sono.